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giovedì 9 giugno 2011

Mercoledì 1 Giugno - è opening!





Sotto una leggera pioggerellina, finalmente sono stati aperti i Giardini e l’Arsenale, dopo mesi di discussioni si possono vedere le opere di cui tanto si è parlato.

Ho fatto subito un giro all'Arsenale dove la sezione delle corderie cura da Bice Curiger è piacevole ma un poco monocorde, nei prossimi testi un approfondimento sulle singole opere, tra cui la bella installazione della Monica Bonvincini e lo spazio cromatico di James Turrel.

L’Italia ha offerto un’immagine veramente discutibile, in cui l'assemblaggio delle opere, molto simili a quelle di una fiera paesana, sicuramente non valorizza e appesantisce tutto.

La situazione è ancora molto confusa, stanno ancora montando diverse opere, stampa internazionale guarda un poco perplessa il caos espositivo.

Viene immediato il confronto col vicino padiglione dei paesi dell’America Latina che presenta un’ampi collettiva internazionale per ricordare il Bicentenario dell’Indipendenza latinoamericana, in uno spazio molto più limitato ma gestito in modo più armonico ed elegante.

Grande attenzione per gli Emirati Arabi Uniti, in pompa magna con le donne chiuse nei loro abiti che fanno da segreteria.

Piacevole il Padiglione dell’Argentina con le opere di Adrián Villar Rojas e il Cile con Fernando Prats.

Il Padiglione dell'India lascia un poco perplessi come quello delle pruderie dalla Croazia.

Ora armato di un ombrello vado nei Giardini.

I Giardini sono stracolmi di persone, molti sono i padiglioni che hanno coda.

Per fortuna che il tempo migliora e si può stare senza ombrello.

Pensavo che il Padiglione Esposizione potesse essere migliore dell'Arsenale, ma non è proprio così, il progetto di Bice Curiger è un po' monotono, svizzero, pulito, ordinato, ma nulla di particolarmente interessante.

L'idea di mettere i tre lavori antichi penalizza di molto i lavori presenti, che paiono pallidi studi ma approfondiremo meglio poi.

I padiglioni sono molto diversi alcuni troppo concettuali, Spagna, Olanda e Belgio, altri troppo matericamente ripetitivi.

Va beh li passiamo tutti in rassegna nello specifico prossimamente.

Fino ad ora nulla di esaltante.

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